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La Regressione ipnotica: cos'è e come si manifesta

Aggiornamento: 23 mar 2022

È senz'altro il fenomeno più interessante dell’ipnosi ed è senza dubbio quello che ha maggiormente caratterizzato dal punto di vista storico questa tecnica.


la regressione d'età

La regressione ipnotica è un fenomeno ipnotico che si ottiene con opportune suggestioni attraverso le quali si fa regredire il paziente a una determinata età. Ci sono due tipi di regressione. Nel primo caso il soggetto regredisce a una certa età ma vede il passato con attitudini e i giudizi del presente. Si tratta di una ipermnesia, si ottiene cioè una migliorata capacità di evocare i ricordi. Nel secondo tipo parliamo di “rivivificazione”, in cui il soggetto rivivere un'esperienza passata, generalmente rimossa o dimenticata e le emozioni a essa associate come se le stesse sperimentando nell'attimo presente.


Bisogna tener presente che i resoconti ottenuti possono non essere effettive descrizioni degli eventi passati ma fantasie o falsi ricordi. Sebbene possano sorgere false memorie, a livello simbolico esse hanno la stessa importanza terapeutica di eventi reali.


La prima domanda quindi che viene in mente quando parliamo di regressione d’età, è se è autentica o sono solo falsi ricordi.

L’aspetto che fa pensare che in molti casi la regressione ipnotica sia autentica riguarda il modo in cui essa si produce. Durante la regressione, la voce, l’atteggiamento, il modo di esprimersi e di scegliere i vocaboli, la scrittura, il disegno, la calligrafia, ogni manifestazione è in rapporto all'età a cui il soggetto è regredito. Anche se non sempre i confronti con i familiari permettono di verificare la realtà dell’accaduto, in molti casi si è potuto controllare attraverso i familiari che i fatti riportati collimavano in pieno con l'età. Da un punto di vista psicologico e psicoterapeutico, si comprende la grande importanza di questo fenomeno se pensiamo al fatto che ci permette di scoprire le condizioni ambientali e le ragioni specifiche che hanno provocato l'insorgenza di un conflitto interno e i sintomi a esso associati.


Una delle prove più convincenti della regressione d’età l'hanno data Gidro Frank e Bowers Buch. Essi hanno osservato in soggetti regrediti ai primi mesi di vita, la comparsa di riflessi tipici di quell’età. In questo studio, tre soggetti furono regrediti a un’età infantile e quando si arrivò al sesto mese notarono la comparsa del riflesso di Babinski, un riflesso tipico dei neonati che scompare dopo il primo anno di età. C’è da aggiungere che i soggetti, ritornati allo stato di veglia non furono in grado di riprodurre lo stesso riflesso neanche attraverso sforzi volontari.

Altri autori (Ford e Yeager) hanno descritto il caso di un paziente che, regredito a un'età antecedente un intervento operatorio che corresse un difetto visivo, mostrava il medesimo difetto di vista.


Per indurre regressione, il paziente è portato in una trance molto profonda e poi, con appropriate suggestioni, lentamente orientato nello spazio e nel tempo verso periodi sempre più lontani. L'eta specifica alla quale si vuole riportare la persona può essere suggerita o si può dare al paziente la scelta dei periodi di una certa importanza. In un contesto psicoterapeutico, l’età suggerita è quella nella quale si localizzano i fatti che devono essere esaminati, o quella in cui hanno cominciato a manifestarsi i sintomi in modo da indagarne la natura e l’origine.

La prima esperienza alla quale si fa regredire il soggetto deve essere piacevole soprattutto se si ha intenzione di esplorare episodi traumatici o comunque negativi del suo passato.

Prima di riorientare il paziente al suo normale stato di coscienza, occorre farlo tornare alla realtà col procedimento opposto a quello con cui lo si è fatto regredire.


Applicazioni terapeutiche

L’ipnosi regressiva viene applicata in psicoterapia a partire dalle teorie e tecniche derivanti dall'ipnosi e dalla psicoanalisi che mirano a trattare alcuni disturbi di natura psicologica (come quelli dell’umore in particolare ansia e depressione) attraverso il recupero di dettagli di eventi passati e della causa originaria di attuali problemi emotivi o conflitti psichici. L’idea di base è che la patologia psichica insorga a causa di meccanismi di rimozione rispetto a eventi vissuti come troppo dolorosi.

Secondo tale prospettiva, se la patologia si manifesta in risposta al processo di rimozione, è possibile superare i propri disagi psicologici contrastando la rimozione attraverso il recupero di questi eventi. Inoltre l’ipnosi regressiva permette al soggetto di rivivere esperienze passate in modo da comprenderne l’effetto sul comportamento e sulle scelte di vita attuali o di recuperare abilità che ha dimostrato in certe situazioni nel passato e che gli consentirebbero di gestire le sue difficoltà attuali in modo più ad attivo ma che restano inutilizzate perché non sa o non ricorda di averle. Infine il ritorno al passato, in un'epoca in cui il paziente non presentava alcuna sintomatologia o la proiezione in un futuro in cui la malattia non c'è più hanno un importante valore terapeutico.


regressione ipnotica a vite precedenti

Si possono abbinare alla regressione di età altre tecniche ipnoterapeutiche “di svelamento”, come l'induzione di sogni, la scrittura e il disegno automatici, esplorare i sentimenti del paziente verso persone significative della sua vita a differenti età o l'origine e lo sviluppo di specifici atteggiamenti.


Ipnosi regressiva a vite precedenti

Molti autori moderni sono del parere che si possono far rivivere all'individuo momenti del suo passato arrivando persino a poche settimane di vita. Naturalmente è difficile dare una prova assoluta di questo fenomeno.

Altri ritengono di poter andare ancora più in là fino a vite precedenti. Essi riferiscono di casi in cui il paziente regredito racconta eventi di vita che sembrano essere memorie di vite passate. I sostenitori dell'ipnosi regressiva a vite passate, affermano che si possa retrocedere a tempi antecedenti la vita attuale.


Il significato di questo fenomeno è ovviamente causa di accesi dibattiti. Molti ricercatori ritengono che i ricordi emersi durante regressione a vite passate, sono fantasie e fabbricazioni della mente inconscia. Alcuni tuttavia riferiscono casi di regressione a vite precedenti che secondo gli autori sembrano essere autentiche (vedi "Un caso insolito di regressione ipnotica con alcuni contenuti inspiegabili"). Le ricerche di Whitton rientrano in questa categoria. Egli notò durante la regressione d'età, un numero notevole di concordanze tra diversi soggetti. In particolare si accorse che un gruppo di persone sottoposte a ipnosi regressiva riferirono di diverse vite passate, che lo scopo della vita era di evolversi e imparare e che le esperienze multiple di reincarnazione facilitavano questo processo. Inoltre molti dei soggetti sperimentarono anche profonde guarigioni psicologiche e fisiche come risultato del recupero dei ricordi traumatici delle vite passate e fornirono dettagli storici precisi circa i tempi nei quali avevano vissuto. Altre volte sono stati osservati casi di persone che parlavano una lingua diversa dalla propria e che non conoscevano in stato di veglia.


Ai primi del novecento, Theodore Flournoy professore di psicologia dell'Università di Ginevra e grande primo detrattore dell'ipnosi regressiva a vite precedenti teorizzò che il riaffiorare di vissuti a vite pregresse, sono solo rappresentazioni fantastiche che non nulla hanno di reale.

Al giorno d’oggi molti si sono interessati all'ipnosi regressiva a vite precedenti come lo psichiatra inglese Danys Kelsey, lo psicologo tedesco Thorwald Dethlefsen e gli psichiatri americani Raymond Moody e Brian Weiss. A questi ultimi si deve l'enorme divulgazione che ha avuto la terapia attraverso la regressione a vite passate .


Il significato di questo fenomeno è ovviamente causa di accesi dibattiti. Molti ricercatori ritengono che i ricordi emersi durante regressione a vite passate, sono fantasie e fabbricazioni della mente inconscia. Alcuni tuttavia riferiscono casi di regressione a vite precedenti che secondo gli autori sembrano essere autentiche. Sta di fatto che, genuine o simulate che siano, le situazioni che si presentano quando si effettuano manovre di regressione nell’individuo, danno quasi sempre la possibilità di approfondire e allargare la conoscenza del soggetto e cogliere opportunità terapeutiche.



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