L’ipnosi si è rivelata molto utile nel trattamento dei pazienti con depressione. La sua efficacia è legata al fatto che l’ipnosi va ad agire sugli aspetti tipici della depressione. In modo particolare mi riferisco al senso di sconforto e di impotenza tipici dei pazienti con depressione, alle aspettative negative circa il futuro e alla visione pessimistica dell’esistenza, al senso di auto-svalutazione, alla tendenza a focalizzarsi sugli aspetti negativi della vita anch’essi elementi distintivi della sindrome depressiva.
L’ipnosi agisce nel trattamento della depressione in diversi modi, “sfruttando” i fenomeni che la caratterizzano.
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Nella cura della depressione la regressione ipnotica si è rivelata uno strumento molto efficace. La regressione ipnotica o regressione d’età può essere usata per permettere al paziente di riconoscere la causa del suo disagio, quando ad es. si tratta di una“depressione reattiva” ad un evento traumatico, favorendo una rielaborazione dell’evento più adattiva. Inoltre facendo regredire il paziente ad un epoca in cui la depressione non era presente, si riattiva quel ricordo modificando gradualmente lo stato mentale attuale e facilitando una rielaborazione cognitiva ed emotiva della realtà in cui il paziente vive, anche attraverso l’uso di suggestioni post-ipnotiche tese a rinforzare quel ricordo nel presente.
Con un principio simile agisce la progressione d’età. Con la progressione d’età si perseguono due scopi principali. Da un lato quello di favorire la capacità del paziente di immaginare e pensare ad un futuro migliore, andando così ad intaccare quello schema che caratterizza chi soffre di depressione, e cioè la tendenza a focalizzarsi su eventi negativi del passato invece che sul presente o sul futuro. Dall’altro, si può suggerire al paziente sotto ipnosi, di vivere in un tempo in cui la depressione è scomparsa (Perussia, 2013), contribuendo ad intaccare quelle credenze limitanti che “tengono bloccato” l’individuo nello stato depressivo. Infatti La depressione porta con sé determinati schemi di pensiero e di comportamento che la autoalimentano.
Non solo nelle persone depresse esiste la convinzione che il loro disturbo non possa migliorare, ma vi è una forte tendenza a rimuginare sugli eventi del passato che impedisce loro di uscire da un loop mentale che destabilizza notevolmente la persona, e che spesso porta ad una perdita di interesse verso i propri obiettivi e ad una mancanza di piacere per qualunque cosa. Con l’ipnosi è possibile cambiare questi atteggiamenti mentali a livello profondo, modificando di conseguenza anche lo stato d’animo del paziente. Ciò avviene stimolando nel paziente le sue capacità di autoguarigione, aiutandolo attraverso l’ipnosi Ericksoniana ad avere accesso alle sue risorse interne per permettergli di reagire in modo appropriato.
Un discorso simile può essere fatto nei casi in cui la depressione sia la conseguenza di un lutto importante. In questi casi l’ipnosi può aiutare e sostenere l’elaborazione della perdita in maniera molto efficace e accelerare il processo di elaborazione del lutto.
Infine non va trascurata, come alcune ricerche hanno evidenziato (Miller, Gruber e Yapko), l’aumentata produzione di endorfine durante lo stato ipnotico, sostanze prodotte naturalmente dal nostro cervello in grado di procurare uno stato di benessere e tranquillità. La loro produzione può determinare nel paziente con disturbo depressivo una serie di benefici immediatamente percepibili.
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