Il tipo di attaccamento che il bambino sviluppa con la figura che si prende cura di lui, in genere la madre, è stato studiato osservando le reazioni del bambino in seguito alla separazione e alla successiva riunione con la figura di attaccamento.
Mary Ainsworth ideò una procedura nota come Strange Situation, una condizione in cui vengono simulate situazioni di separazione e ricongiungimento tra bambino e figura di attaccamento. Sulla base delle reazioni dei bambini vennero identificati tre tipi di attaccamento.
Nello stile di attaccamento sicuro il bambino protesta al momento della separazione dalla figura di attaccamento, continuano a cercarla durante la sua assenza, e si calma prontamente alla riunione con lei.
Il bambino con attaccamento evitante mostra pochi segni di angoscia dopo la separazione dalla madre e al suo ritorno tende ad ignorarla.
Infine l’attaccamento ansioso è caratterizzato da un profonda angoscia in seguito alla separazione. Quando la madre ritorna, il bambino assume un comportamento ambivalente cercando fortemente il contatto con lei ma alternando ad esso rabbia e protesta.
Dalle osservazioni derivanti della Strange Situation è emerso che alcuni bambini manifestano comportamenti non riconducibili a nessuno dei tre modelli descritti. Di conseguenza è stato descritto un quarto stile di attaccamento: lo stile di attaccamento disorganizzato.
Ciò che i bambini con stile di attaccamento disorganizzato hanno in comune sono comportamenti confusi e conflittuali sia in seguito all’allontanamento che al rientro della figura materna.
Il bambino mostra sia una tendenza a fuggire che ad avvicinarsi alla figura di attaccamento e ciò lo porta a manifestare comportamenti incoerenti (Main ed Hesse, 1992). Ad esempio le osservazioni fatte durante la Strange Situation, hanno mostrato che alcuni bambini piangevano mentre cercavano di raggiungere la madre, per poi tacere improvvisamente e rimanere “congelati” ed immobili per diversi secondi. Oppure al momento della separazione chiamavano il genitore per poi allontanarsi da lui al momento della riunione.
Questo stile caratterizza in genere i bambini che vivono in contesti di maltrattamento e/o abuso genitoriale. Il genitore è quindi vissuto contemporaneamente sia come una base sicura che come un pericolo. Ciò crea un forte conflitto affettivo e cognitivo che non permette al bambino di sapere cosa aspettarsi dalle figure di attaccamento, vissute come imprevedibili.
Attaccamento disorganizzato e traumi irrisolti nella figura di attaccamento
In diversi circostanze è stato osservato uno stile disorganizzato anche quando il genitore non era né maltrattante né abusante.
In questi casi sembra che la disorganizzazione dell’attaccamento sia dovuta a traumi o lutti non risolti nella figura di attaccamento.
Per spiegare l’associazione fra lutto o trauma irrisolto nel genitore e attaccamento disorganizzato nel bambino, Main ed Hesse (1992) hanno ipotizzato che il ricordo del trauma non risolto tende ad affiorare alla coscienza in modo compulsivo e imprevedibile. Quando ciò avviene è possibile che si producano espressioni di paura nel volto della figura di attaccamento e il bambino, cogliendo la paura nella madre, reagisce spaventandosi a sua volta.
Si crea così nel bambino un conflitto insolubile fra due sistemi motivazionali innati: il sistema dell’attaccamento, che lo spinge a cercare la vicinanza protettiva della figura materna ogni volta che si trova in pericolo, e il sistema difensivo che lo induce a fuggire o immobilizzarsi di fronte ad uno stimolo che gli suscita paura (Main ed Hesse 1992; Liotti 1994, 2005).
Studi relativamente recenti, hanno mostrato che è improbabile che i bambini abbiano uno stile disorganizzato con più di una figura d’attaccamento, indicando quindi che l’attaccamento disorganizzato emerge all’interno di un certo tipo di relazione e non deriverebbe da caratteristiche innate del bambino (Lyons-Ruth e Jiacobvitz, 1999).
Stile di attaccamento e patologia psichiatrica nell’adulto
È stato osservato che lo stile di attaccamento disorganizzato è un fattore di rischio per lo sviluppo di patologie psichiatriche in età adulta, in particolare per lo sviluppo del Disturbo Dissociativo dell’Identità o Personalità Multipla e per il Disturbo Borderline di Personalità. Questo è particolarmente vero quando sono presenti nel corso dello sviluppo del bambino, continue esperienze di maltrattamento o altre esperienze dissocianti come la menzogna sistematica (Bowlby, 1988; Liotti, 1994, 2005).
La mancata integrazione delle rappresentazioni di sé con l’altro può condurre all’alternarsi di “altre personalità” che compongono il Disturbo Dissociativo dell’Identità, o determinare rappresentazioni scisse, idealizzate e negative, di sé e degli altri, caratteristiche del Disturbo Borderline di Personalità.
Stile di attaccamento disorganizzato e Disturbo Dissociativo dell’Identità
Diversi studi hanno mostrato una relazione tra lo stile di attaccamento disorganizzato durante l’infanzia e il disturbo dissociativo in età adulta.
Se il genitore è fonte di pericolo, il bambino può vivere la minaccia come soverchiante ed entrare in stati dissociativi che rappresentano un meccanismo di difesa che aiutano il bambino a “dissociarsi” dal trauma.
Ricollegandosi all’ipotesi del lutto o di traumi irrisolti della figura di attaccamento quale possibile causo dello stile disorganizzato, ricerche recenti hanno messo in evidenza che lutti e traumi della madre in epoca perinatale costituiscono un fattore di rischio per lo sviluppo di disturbi dissociativi del figlio in età adulta.
Come è naturale, non tutti i bambini classificati come disorganizzati mostrano sintomi dissociativi nel corso della loro vita.
Tra i fattori di rischio bisogna tenere in considerazione non solo le esperienze traumatiche, ma anche il temperamento, possibili disfunzioni neurofisiologiche e una comunicazione familiare gravemente distorta (Liotti, 1999).
Stile di attaccamento disorganizzato e Disturbo Borderline di Personalità
Il disturbo borderline di personalità è caratterizzato da impulsività, oscillazioni fra idealizzazione e svalutazione di sé e degli altri, senso di vuoto, collera immotivata ed intensa, comportamenti autolesivi, reazioni affettive instabili ed intense.
Secondo la teoria psicoanalitica il Disturbo Borderline di Personalità ha origine da un conflitto fra pulsioni libidiche ed aggressive, insorto nei primi due anni di vita e affrontato attraverso il meccanismo di difesa primitivo della scissione. La scissione impedisce di confrontare fra loro, nella coscienza, le rappresentazioni positive e negative di sé e delle altre persone (Kernberg).
Nell’ambito delle psicoterapie cognitive, il disturbo si sviluppa a causa di un deficit del sistema di regolazione delle emozioni. A causa di tale deficit, tutte le emozioni tendono a manifestarsi con eccessiva intensità, sia nell’esperienza soggettiva che nel comportamento e nella comunicazione.
Ne deriva un’estrema vulnerabilità alle esperienze emotive dolorose, che portano all’instabilità emotiva e dell’umore tipica del disturbo.
Oltre a sviluppare uno stile di relazione instabile ed emotivamente intenso, chi ha vissuto ripetutamente esperienze dolorose inerenti al sistema dell’attaccamento, tenderà ad inibire difensivamente tale sistema. Ciò avviene attraverso il distacco emotivo o tramite l’attivazione di altre modalità di relazione, diverse dall’attaccamento, quando si avverta la propria vulnerabilità (ad esempio modalità seduttivo-sessuali e\o competitive). Possono così prodursi esperienze di distacco emozionale (il senso di vuoto che spesso i pazienti borderline riferiscono), tendenze a comportamenti sessuali promiscui e rischiosi ed esplosioni immotivate di collera.
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