Parlare di ipnosi è spesso difficile perché sono ancora tanti i pregiudizi e le idee sbagliate che la precedono. Sebbene nel corso del tempo l’ipnosi abbia ricevuto molta attenzione dalla comunità scientifica e nell’ultimo mezzo secolo sono aumentate notevolmente le ricerche per dare validità empirica all’ipnosi, essa è vista con sospetto e resta poco compresa. Ancora oggi, molti pensano che l’ipnosi sia una manifestazione misteriosa, dove la volontà dell’individuo è soggetta a quella dell’ipnotizzatore.
Ciò che gli studi hanno dimostrato soprattutto grazie all’uso delle tecniche di neuroimaging, è che l’ipnosi è un particolare stato di coscienza in cui la mente semplicemente funziona in modo diverso dall’usuale. L’uso del termine stato di coscienza può dare origine a fraintendimenti. Lo stato di coscienza non è altro che uno stato mentale. Abbiano esperienza di diversi stati mentali seppure spesso non siamo in grado di riconoscerli. L’esempio più ovvio e naturale e lo stato di coscienza che sperimentiamo durante il sonno.
Lo stesso discorso può essere applicato ad altri stati mentali come la meditazione, gli automatismi (comportamenti ripetuti che diventano automatici), la concentrazione focalizzata. Ognuno di questi presenta analogie con l’ipnosi sebbene si distinguono da essa sotto molti aspetti. L’ipnosi, rispetto ad altri stati mentali “non ordinari”, ha la caratteristica dell’interazione o per meglio dire la presenza dell’ipnotista che guida l’ipnotizzato. Sfruttando le capacità della nostra mente che non conosciamo ancora a fondo, l’ipnosi risveglia le potenzialità e risorse dell’individuo.
Come avviene una seduta di ipnosi
Perchè uno stato mentale prenda il posto di quello abituale, è necessario che si verifichi un cambiamento. Nell’ipnosi ciò avviene attraverso la cosiddetta induzione ipnotica, una serie di procedure che consentono il passaggio progressivo dallo stato di veglia ad un altro “diverso”. Per mantenere lo stato mentale raggiunto, evitando che ritorni in modo naturale a quello abituale, vengono usate tecniche di approfondimento. In questo modo l’attività della parte razionale si affievolisce e ad essa si sostituisce in maniera parziale, la parte inconscia o istintiva il cui funzionamento si accresce.
In questa condizione la mente è più ricettiva o per meglio dire assimila meglio le idee che le vengono suggerite. In ipnosi queste idee prendono il nome di suggestioni. Dire che la mente assimila in modo migliore non significa che assorbe passivamente. Proprio come la parte cosciente, la mente inconscia filtra le informazioni e agisce su di esse.
Spesso si ritiene la suggestione sia una sorta di comando a cui non si può resistere. La realtà è molto diversa. È possibile modificare la percezione, la sensazione ma non è possibile dirigere la volontà di qualcun altro anche in uno stato ipnotico molto profondo.
Le potenzialità dello stato ipnotico sono state da subito evidenti. Era possibile ottenere diversi fenomeni per aiutare le persone a superare i propri disagi. Queste capacità sono insite nella natura umana e l’ipnosi permette di rimuovere tutto ciò che le blocca. Sono possibili anche in uno stato ordinario di coscienza tuttavia l’ipnosi le facilita. Quando l’attenzione è focalizzata su qualcosa, siamo in grado di sperimentare molti dei fenomeni che avvengono in ipnosi. Un esempio è la “capacità” di non sentire dolore ad esempio quando si è in una situazione di pericolo.
Dopo la fase di induzione e di approfondimento durante le quali vendono date suggestioni terapeutiche, la seduta termina con la de-ipnotizzazione o risveglio (i termini dormire e svegliarsi sono stati presi in prestito sebbene sonno è ipnosi sono fenomeni diversi). Si tratta del processo inverso rispetto all’induzione ipnotica e il soggetto viene riportato progressivamente allo stato “ordinario”.
I fenomeni ipnotici
Attraverso suggestioni specifiche possono essere evocati diversi fenomeni tipici dello stato ipnotico. Ad esempio la regressione d’età, che permette al soggetto di ricordare episodi del passato in apparenza dimenticati e a volte persino di riviverli come se stessero accadendo in quel momento. È facile intuire le implicazioni terapeutiche di questo fenomeno specialmente quando l’ipnosi viene usata in un ambito psicoanalitico. L’analgesia ipnotica è stata spesso usata in passato quando l’anestesia farmacologica non esisteva ancora. Oggi viene impiegata in ambito chirurgico e odontoiatrico e in tutte quelle condizioni che coinvolgono il dolore come ad esempio durante il parto. Inoltre l’analgesia ipnotica può essere molto utile nel trattamento del dolore acuto e cronico quando i farmaci non hanno effetto. Un altro fenomeno è l’amnesia che a volte si realizza spontaneamente senza nessuna suggestione particolare. L’amnesia può essere parziale e, raramente, totale e riguarda quanto detto durante la seduta ipnotica. Oppure può interessare le suggestioni post-ipnotiche, suggestioni date in stato di trance ed eseguite successivamente. Vi sono altri fenomeni ipnotici come la scrittura e il disegno automatico ma l’elenco non è esaustivo.
Suggestioni e ipnotizzabilità
Non tutte le suggestioni si realizzano. Perché una suggestione attecchisca è necessaria la presenza di alcuni fattori. Il primo è l’accettazione della suggestione da parte del soggetto. Come accennato, una suggestione non è un comando e può essere “rifiutata” seppure in modo inconsapevole. Un’altra variabile è il grado di ipnotizzabilità e il tipo di suggestione.
Non tutti i soggetti hanno lo stesso grado di ipnotizzabilità. La maggior parte si colloca nel mezzo, hanno cioè un livello di ipnotizzabilità medio. Pochi sono totalmente refrattari all’ipnosi ed una discreta percentuale può raggiungere un’ipnosi profonda. Sebbene ci sia un legame tra grado di ipnotizzabilità e la possibilità di ottenere determinati fenomeni ipnotici con appropriate suggestioni, questo non è sempre vero. Persone scarsamente o mediamente ipnotizzabili possono ottenere fenomeni ipnotici associati in genere all’ipnosi profonda, come la regressione d’età, e viceversa. Può fluttuare durante una singola seduta e può migliorare con l’allenamento durante sedute successive.
Tipi di ipnosi: ipnosi classica e ipnosi indiretta
Non esistono diverse forme di ipnosi anche se si sente parlare spesso di ipnosi diretta o classica e indiretta. La differenza sta nelle tecniche di induzione e di approfondimento dell’ipnosi e nel modo di trasmettere le suggestioni. In altre parole riguarda il metodo mentre ciò che si ottiene è sempre ipnosi. Mentre nell’ipnosi diretta si usa una comunicazione autoritaria in cui viene espressamente detto al soggetto cosa fare, l’ipnosi indiretta è più “permissiva” e lascia più spazio di scelta a chi si sottopone ad ipnosi. L’evoluzione dall’ipnosi diretta a quella indiretta, oggi la forma più comune, è avvenuta per opera di Milton Erickson e parlare di ipnosi indiretta equivale a parlare di ipnosi ericksoniana e del metodo psicoterapeutico che ne è alla base.
Ipnosi e ricerche scientifiche
Lo stato ipnotico aiuta in diverse condizioni psicologiche e mediche. Proprio grazie alla fluidità del funzionamento cerebrale che si manifesta durante lo stato ipnotico, possono essere affrontate e superate numerose condizioni di disagio psichico. Le caratteristiche peculiari del trattamento con l’ipnosi ha dato origine a numerose ricerche scientifiche soprattutto dopo lo sviluppo delle tecniche di neuroimaging, come la PET e in modo particolare la risonanza magnetica funzionale (fMRI). Esse permettono di identificare le aree cerebrali attive nel corso di una determinata attività mentale e durante stati di coscienza diversi come ‘ipnosi.
L’uso di tali tecniche ha dato una valenza oggettiva ed empirica all’ipnosi. Se prima delle tecniche di neuroimaging l’ipnosi è stata considerata da alcuni approcci di tipo socio-cognitivo, come un fenomeno simulato o la “recita di un ruolo da parte dell’ipnotizzato”, le recenti ricerche hanno dimostrato che durante lo stato ipnotico avvengono dei cambiamenti cerebrali specifici. Questo è tanto più vero quando vengono somministrate suggestioni specifiche. In particolare è stato osservato che in seguito a specifiche suggestioni, si attivano le stesse aree ed in misura pressoché uguale che si attivano durante la somministrazione di uno stimolo “reale”
Gli stati non ordinari di coscienza come la meditazione, i fenomeni ipnotici, la concentrazione possono costituire formidabili strumenti per affrontare il dolore, situazioni problematiche proprie dell’ambiente esterno o delle dinamiche personali e intrapsichiche. In questo senso, gli stati non ordinari di coscienza possono avere un grande potenziale ai fini dello sviluppo psichico dell’individuo.
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