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L'impotenza appresa. Come le credenze influenzano la depressione

Aggiornamento: 17 dic 2021


l'impotenza appresa e la depressione

L'assenza di motivazione nel cercare di cambiare una situazione dolorosa nella convinzione che agire sarebbe inutile, è caratteristica di un atteggiamento depressivo. Partendo da questo presupposto, un esperimento psicologico ha avuto come obiettivo quello di indurre la depressione in una situazione sperimentale al fine di comprenderne i meccanismi sottostanti.

Agli inizi del secolo scorso alcuni ricercatori sentirono l’esigenza di rendere la psicologia una scienza empirica al pari delle altre. Ciò diede inizio a quello che oggi conosciamo come comportamentismo. Per raggiungere lo scopo vennero messi in atto un vasto numero di esperimenti, spesso discutibili da un punto di vista etico, per studiare e comprende il funzionamento della mente umana. In uno di questi esperimenti si cercò di capire come si sviluppa uno stato depressivo.

Nel 1967, Maier e Seligman scoprirono attraverso una serie di ricerche, che cani esposti a scosse elettriche che non possono evitare, in seguito non riescono a sfuggire allo shock in una situazione in cui la fuga è possibile.


Il disegno sperimentale prevedeva due condizioni e due gruppi (di cani). Nella prima fase i cani di entrambi i gruppi ricevevano una scossa elettrica. L’unica differenza tra i due gruppi era che il primo gruppo poteva evitare la scossa ad esempio spostando una leva, mentre il secondo gruppo non poteva evitare la scossa in alcun modo.

Nella seconda fase i cani venivano messi in una gabbia divisa in due da una bassa recinzione che poteva essere superata facilmente. I cani venivano posti nel lato della gabbia dove era presente lo shock elettrico ma potevano evitarlo saltando nell’altra metà della gabbia.

Ciò che osservarono gli sperimentatori era che nel primo gruppo, i cani che nella prima fase potevano evitare lo stimolo doloroso, superavano la recinzione per evitare la scossa elettrica, mentre i cani del secondo gruppo rimasero nella gabbia continuando a ricevere le scosse, non facendo nessun tentativo per evitarle. Questo perché avevano appreso in precedenza un senso di impotenza e demotivazione in seguito alla ripetuta esposizione agli stimoli dolorosi su cui non avevano nessun controllo, in cui ogni tentativo di evitarli era inutile.

Ed è stato in questi ultimi che sono comparsi i sintomi tipici della depressione clinica.


L’impotenza appresa

Questo comportamento è stato successivamente definito “impotenza appresa”. L'impotenza appresa si verifica quando un individuo affronta continuamente una situazione negativa che sente fuori dal suo controllo e non prova a cambiarla, anche quando ha la capacità di farlo.

impotenza appresa
L'elefante non è trattenuto dalla gracile corda, ma dal suo sistema di credenze

Essenzialmente si tratta di una risposta passiva alla situazione dannosa. Ciò accade perché le esperienze passate hanno indotto a credere di non avere nessun controllo sulla situazione, e quindi è inutile provare a cambiarla.

L’impotenza appresa ha come conseguenza deficit a livello motivazionale, cognitivo ed emotivo.

La motivazione a rispondere ad eventi avversi "successivi", diminuisce. A livello cognitivo, anche se la risposta ha successo, il soggetto spesso ha difficoltà ad apprendere che la risposta ha effettivamente funzionato. Infine può esserci una modificazione dell'equilibrio emotivo in cui depressione e ansia possono predominare.


Il passaggio dall’impotenza appresa alla depressione: l'importanza dello stile esplicativo.

Seligman ipotizzò che l’impotenza appresa rappresentava il punto di partenza per lo sviluppo di una depressione.

Coloro che sviluppano la convinzione di non avere controllo sugli eventi rinunciando quindi ad agire perché inutile, mostrano diversi sintomi corrispondenti ai criteri per la diagnosi di depressione: umore negativo, perdita di interesse, incapacità di provare piacere, perdita di energia e di concentrazione, percezione della futilità e inutilità delle proprie azioni.

Non tutti però rispondono alle esperienze allo stesso modo. Cosa spiega perché alcune persone sviluppano l'impotenza appresa e altre no? Molti ricercatori ritengono che gli “stili esplicativi” abbiano un ruolo determinante nel modo in cui le persone sono influenzate dall'impotenza appresa.

Lo stile esplicativo ovvero lo stile caratteristico di un individuo di spiegare gli eventi, aiuta a capire se svilupperà o meno l'impotenza appresa. Come è facile intuire, uno stile esplicativo pessimistico è associato a una maggiore probabilità di sperimentare l'impotenza appresa. Le persone con questo stile tendono a vedere gli eventi negativi come inevitabili (“il mondo è sbagliato”, “non piaccio a nessuno”) e ad assumersi la responsabilità personale di tali eventi negativi (“è colpa mia”, “sono io a non essere piacevole”). La personalizzazione implica una causalità interna delle esperienze spiacevoli e riduce l’autostima.

Dalle ricerche è emerso che chi ha uno stile esplicativo opposto, ovvero ottimistico, tende a utilizzare uno stile attribuzionale diverso: spiega gli eventi negativi trovando cause temporanee e non permanenti (“è un giorno sfortunato”), specifiche e non pervasive (“in questo caso non mi è andata bene), personalizza di meno (“il professore era nervoso”). Viceversa gli eventi positivi tendono ad essere spiegati in modo permanente, pervasivo e personalizzante.

Passare dal pessimismo all’ottimismo non significa semplicemente pensare positivo, ma saper dare il giusto peso agli eventi della vita e alle responsabilità personali ed esterne.

Infine ricerche successive hanno evidenziato che l’impotenza appresa è più comune tra le persone che hanno vissuto ripetuti eventi traumatici come abbandono e abuso infantile o violenza domestica.





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