In alcune circostanze il cervello mette in atto automatismi mentali, per lo più inconsci, che determinano una distorsione del ragionamento e che portano ad un errore di valutazione o mancanza di oggettività di giudizio.
Si tratta dei cosiddetti bias cognitivi. Essi sono così connaturati al nostro pensiero che risultano difficilmente identificabili.
Contribuendo alla formazione del giudizio, possono influenzare un’ideologia, un’opinione, un comportamento.
Cause dei bias cognitivi
Una delle ragioni per cui si innesca un bias cognitivo è il sovraccarico di informazioni. Quando il cervello deve processare numerosi dati simultaneamente, esso utilizza delle scorciatoie per risparmiare energie. Mette in atto cioè degli automatismi che ci portano a valutare e a decidere secondo schemi che al nostro cervello risultano facili e poco impegnativi.
I bias cognitivi si attivano anche quando le informazioni disponibili per giungere ad un giudizio o decisione sono scarse. Una quantità insufficiente di dati stimola il cervello a interpolare le informazioni che ha a disposizione, determinando errori di valutazione.
Infine quando le circostanze ci impongono di pensare in fretta, allora è possibile che la nostra capacità di giudizio si basi sui bias cognitivi.
I bias cognitivi sono tanti e i più comuni sono elencati di seguito.
1. Bias dell’Ancoraggio
Nel bias dell’ancoraggio, un elemento che funge da ancora diventa il punto di riferimento a cui paragonare le informazioni successive.
Ciò nasce dal fatto che il nostro cervello fa fatica ad esprimere giudizi senza uno schema al quale riferirli, e per questo cerca di collegare ciò che non conosce a qualcosa a lui noto.
L’ancoraggio è utilizzato in modo particolare nel mondo del marketing. Ad esempio si presentano ai potenziali clienti prima prodotti costosi, che diventano l’ancora, per poi proporre quelli più economici. Questi ultimi paragonati con l’ancora appaiono più convenienti.
Una volta acquistato uno smartphone da 1000€ ad esempio, l’acquisto di una cover da 50€ non appare così dispendioso.
2. Bias di supporto della scelta.
Dopo aver fatto una scelta, tendiamo a sovrastimare i benefici che si sono ottenuti, al fine di difendere la decisione presa o di valutarla positivamente.
Allo stesso modo e per le stesse ragioni, tendiamo a ricordare meglio gli aspetti positivi della scelta fatta, dimenticando quelli negativi.
Infine siamo inclini a negare i lati positivi dell’opzione scartata, sopravvalutando anche le possibili conseguenze negative.
3. Sindrome di Stoccolma dell'acquirente
È un caso particolare di bias di supporto della scelta.
Conosciuto come “Sindrome di Stoccolma dell’acquirente”, è un modo inconscio di giustificare i nostri acquisti, specialmente quelli più costosi. Esso deriva dal nostro desiderio psicologico di rimanere coerenti.
La razionalizzazione post-acquisto in altre parole si verifica quando dopo aver acquistato un prodotto o un servizio, trascuriamo eventuali difetti per motivare l’acquisto.
4. Bias di credenza
Si riferisce alla tendenza ad accettare le argomentazioni di un ragionamento seppure illogiche, perchè le conclusioni delle stesse coincidono con le nostre convinzioni, valori e conoscenze precedenti.
Quindi quando entra in gioco il pregiudizio di credenza, basiamo il nostro ragionamento non sulla forza dell'argomentazione, ma sulla credibilità della sua conclusione.
5. Bias dello status quo
Il bias dello status quo si esprime nella resistenza al cambiamento. Per effetto di questo tipo di bias, le scelte che prendiamo tendono a garantire che le cose rimangano le stesse, o che cambino il meno possibile.
6. Bias di gruppo
Il bias di gruppo è la tendenza a sopravvalutare le capacità ed il valore del proprio gruppo, e a considerare i successi del proprio gruppo come risultato delle qualità dello stesso, mentre si tende ad attribuire i successi di un gruppo estraneo a fattori esterni.
7. Bias della realtà illusoria
Questo effetto cognitivo è noto anche come Reiteration effect e consiste nel convincersi del fatto che un'informazione sia vera solo perché siamo stati esposti ripetutamente a quell’informazione.
8. Bias informativo (information bias)
È la convinzione che più sono le informazioni che raccogliamo, più ponderata sarà la nostra decisione o scelta. Tuttavia un eccesso di informazioni non sempre ci porta a scelte migliori e spesso, nel tentativo di raccogliere quante più informazioni possibili, si ritarda o si ostacola un successo.
9. Bias “Effetto Carrozzone”
L’effetto carrozzone si riferisce al fatto che siamo portati a fare qualcosa o credere in qualcosa solo perché la maggioranza delle persone fa o crede in quelle stesse cose, a prescindere dalle nostre convinzioni reali.
Si può dunque dire che c'è un’inclinazione a seguire la folla. L'effetto carrozzone è alla base del successo di quelle argomentazioni basate su opinioni molto diffuse.
10. Bias effetto alone
Consiste nel generalizzare una sola caratteristica o qualità di un oggetto o di una persona, a tutto ciò che riguarda l’oggetto o la persona in questione. Ad esempio, se una persona è giudicata simpatica verrà percepita anche come intelligente o gentile.
Come gestire i bias cognitivi
I bias cognitivi ci impediscono di pensare in maniera razionale e prima di fare una scelta, potremmo cadere in uno dei bias descritti qui.
La strategia in assoluto più importante per gestire i bias cognitivi è la conoscenza. Conoscerli ci permette diindividuare la trappola mentale in cui potremmo trovarci, evitando errori che potrebbero pregiudicare molte delle nostre scelte o giudizi.
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