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Giuseppe Massimiliano De Palma

L'ipnoterapia nel trattamento dei sintomi di panico e ansia?

Aggiornamento: 17 dic 2021


la tecnica dell'oro per riparare un vaso e le implicazioni psicologiche

Se qualcuno di voi si è trovato in una situazione in cui è stato in pericolo di vita, allora può comprendere cosa sente chi ha un attacco di panico.

Nel caso di una circostanza di “reale” pericolo, la paura e il panico hanno un scopo adattivo e una ragione definita, ma ci sono casi in cui ansia e panico possono presentarsi senza un reale pericolo o motivo apparente. In questi casi si parla di disturbi d’ansia o attacchi di panico. Per chi ne ha conoscenza diretta, si tratta di un’esperienza travolgente.

Chi ne soffre ha spesso un'intensa paura di morire, di impazzire o perdere il controllo, spesso associati ad una sensazione di catastrofe imminente. Inoltre sono presenti sintomi fisici che “giustificano e danno una ragione” a queste paure come tremori, sudorazione, dolore al torace, nausea, vertigini, iperventilazione, tachicardia, sensazione di soffocamento, senso di irrealtà.

Chi soffre di attacchi di panico mette in atto, inconsciamente, un circolo vizioso della "paura della paura" agendo delle tentate soluzioni per sfuggire al problema che non fanno altro che alimentare il problema stesso. In questi casi l’ipnosi diviene uno strumento estremamente utile nella gestione dell’ansia e nel trattamento degli attacchi di panico.


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Cause degli attacchi di panico

Alla base degli attacchi di panico possono esserci diversi fattori ambientali e psicologici. In particolare, i principali fattori coinvolti secondo il Royal College of Psychiatrists sono:


Predisposizione genetica – implica che alcuni di noi presentino delle caratteristiche e dei tratti, che ci rendono semplicemente più ansiosi.

Esperienze di vita – Esperienze, situazioni che risultano essere particolarmente stressanti (per esempio una malattia, un lutto, un trasloco, un divorzio o ancora problemi lavorativi o economici); eventi traumatici o incidenti nel passato, che possono compromettere la nostra salute mentale.

Circostanze specifiche – A volte, dobbiamo affrontare situazioni che rendono ovvia l’ansia che proviamo e quando il problema scompare, svaniscono anche i sintomi.

Abuso di sostanze – L’ansia può a volte essere un effetto collaterale della caffeina, di alcuni farmaci e dell’uso di alcol e droghe.

Trattamento degli attacchi di panico

Prima di iniziare una terapia efficace per trattare le problematiche a monte del disturbo del paziente occorre abbassare il livello d'ansia.

Questo può essere fatto con il rilassamento ipnotico. L'induzione ipnotica di rilassamento ha di per sé un effetto terapeutico riducendo le risposte neurofisiologiche e affettive agli stimoli ansiogeni (l’ipnosi è quindi di per sé terapeutica sebbene le suggestioni ipnotiche restano una parte importante del processo). Quest’effetto può essere rinforzato attraverso l’uso di specifiche suggestioni post-ipnotiche ed eventualmente con l’addestramento all’autoipnosi. Alle volte nei disturbi d’ansia, l’induzione di rilassamento può avere effetti contrari se non è calibrata nei tempi e nei modi giusti. Il chiudere gli occhi e lasciarsi andare possono evocare la paura della perdita di controllo. In questi casi le procedure in cui il paziente è più attivo nel processo di induzione si sono rivelate più adatte (Cataldo Nicodemo Scilanga).


Un’altro aspetto importante che rende lo stato ipnotico adatto al trattamento del disturbo di panico è legato all’esperienza dissociativa che rappresenta una parte integrante dello stato ipnotico. Attraverso la dissociazione che avviene in ipnosi, trattandosi di una dissociazione “controllata”, nel senso che termina con il finire dello stato ipnotico, la persona impara a gestire i fenomeni dissociativi che sono la causa e l’effetto degli attacchi di panico. Mi riferisco in particolare ai fenomeni di depersonalizzazione (l’esperienza di sentirsi un osservatore esterno rispetto al proprio corpo per cui il paziente ha l'impressione di essere completamente estraneo a sé stesso) e derealizzazione (l’esperienza di irrealtà rispetto all’ambiente circostante) che possono causare l’attacco di panico ma possono essere anche un rinforzo dello stesso. Mentre negli attacchi di panico, il sentimento di dissociazione fa sentire la persona come se non avesse il controllo della situazione, nell’ipnosi la dissociazione “controllata” permette alla persona di vivere in maniera meno ansiosa l’attacco di panico e la dissociazione ad esso associato, avendo sperimentato la capacità, sotto ipnosi, di dissociarsi e di interrompere la dissociazione, sviluppando un controllo su tali fenomeni il più delle volte in modo del tutto inconsapevole.


Nella terapia ipnotica si porta la persona ad affrontare la paura e a controllarla fino ad annullarla attraverso la stimolazione dell’attività immaginativo-creativa suggerita dal terapeuta. Una volta che l'ipnotizzatore ha aiutato il paziente a rilassarsi, può chiedere alla persona di concentrarsi sui suoi attacchi di panico e sulle sensazioni fisiche, emozioni e cognizioni ad esso associate, fino a creare un’associazione tra situazioni temute e sensazione di rilassamento. Rinforzando progressivamente quest’associazione nel corso delle sedute, si porterà il soggetto a sperimentare sempre meno ansia in una sorta di processo di “desensibilizzazione”, sperimentando al contempo delle modificazioni fisiologiche e comportamentali.

Attraverso l'impiego dell'Ipnosi ericksoniana vengono messi in atto anche interventi che mirano a guidare il paziente alla rottura dei vecchi schemi associativi coscienti e disfunzionali della percezione ed elaborazione della realtà, per poi condurlo a riattivare la sicurezza e l’autonomia nel paziente, evocando tutta una serie di risorse inconsce per poter trovare soluzioni più funzionali e creative per superare comportamenti e convinzioni limitanti. In effetti il modo in cui la persona percepisce e interpreta la realtà rappresenta l'elemento cardine del disagio.


Infine, anche in questo caso, come scritto a proposito della depressione, può essere usato il fenomeno della regressione ipnotica al fine di indagare l’origine dell’ansia per poter dare un significato ai sintomi.


L’Autoipnosi

Come detto in precedenza, l’uso dell’autoipnosi ha un ruolo importante nel trattamento dell’ansia e del disturbo da panico. Nel corso della terapia possono venir insegnate tecniche di autoipnosi da praticare poi tra una seduta e l’altra, che permettono alla persona di sviluppare la capacità di calmarsi e di gestire le sensazioni e i pensieri negativi, in modo da avere un ancoraggio a cui fare appello se dovessero insorgere situazioni che potenzialmente scatenano l’ansia.





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